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Storia
della cappella
e Leggenda di San Herbot |
" Luogo magico, cornice incantata, San herbot stupisce e seduce.
Perché dunque queste quindici tese di circonferenza sopra i pochi tetti
in questo piccolo villaggio ? Perché nel fondo di una vallata isolata,
questo edificio con l'aspetto di una cattedrale ?
Ah, se le pietre ptessero parlare e racontarci gli uomini e i tempi ... Per fortuna, esse ci rivelano qui alcune date en alcuni nomi, e aiutano a ricostruire la storia della capella. Alcune date, distruzione e riconstruzione ... L'atrio sud : il primo luglio 1498 (all'epoca di Anna di Bretagna), inizia il cantiere. I successivi sposi della duchessa (Carlo VII e Luigi XII) guerreggiano in Italia, de dove riportano degli stili. I tagliapietre italiani fanno scuola, e si comincia in Bretagna a costruire in grande apparato, tutto in pietre de taglio. Sant Herbot è uno dei primi esempi di questa novità. L'atrio ovest e la torre : La messa in cantiere cominicia nel 1516. Una ventina di edifici della Cornovaglia si ispirano o alportale, o alla torre, al punto di parlare della "scuola di San Herbot". La cappella Santa Barbara e l'abside costituiscono un terzo cantiere, iniziato nel 1545, terminato con le vetrate nel 1556. Accanto alle date dei diversi cantieri appaiono alcuni nomi : quelli degli accomandanti : messere Jehan di Laulnay, Chorantin Kerdiffez, Chorantin Coz. Questi "preti governatori" sono responsabili della piccola comunità di religiosi Carmelitani, che i Signori di Rusquec hanno fatto venire a San Herbot, all'epoca in cui essi avevano una funzione alla corte ducale. Dal loro priorato, questi Carmelitani dovevano esercitare un'attività missionaria al servizio delle parrocchie attigue, cio che spiegava il tema quattro volte ripetuto degli apostoli, e l'atteggiamento di evangelizzatore, un libro aperto verso il pubblico, o come presiedono gli apostoli nell'atrio sud o sotto il fregio frontale dei cancello. La presenza dei Carmelitani giustifica questo luogo chiuso da un cancello, dove essi recitavano le loro preghiere, mentre i fedeli badavano alle loro opere pie nel resto dellia cappella. Questo canceilo è in opéra dalla metà del XVI° secolo, all'epoca della Riforma e del Protestantesimo, del Concilio di Trento e della Controriforma cattolica. La religione si incentra allora fortemente su Cristo : San Herbot non è per nulla in ritardo sul resto d'Europa con il suo catechismo con le immagini della Passione (in basso nella vetrata principale), della Morte (trave di gloria sopra al cancello), della Ressurezione di Gesù (cuore del rosone), alla quale si aggiungono dei sacramenti, gli apostoli e gli evangelisti. La metà del XVI° secolo coincide con il Rinascimento francese e con la riscoperta della Grecia antica. Nemmeno ora San Herbot è in ritardo : le sibille, profetesse di Apollo, gli eroi antichi come Ercole, Edipo, Orfeo, oratori o filosofi greci, testimoniano la cultura dei Carmelitani, mettendo forse l'Antichità al servizio del Vangelo, ma riconoscendosi anche figli di questa Antichità. La Croce, ultima opera del XVI° secolo: "Questa Croce fu costruita nell'anno 1575: M. Mathieu Gravec PG (Padre Governatore)". Facciata di ponente, la Passione di un uomo messo al rango dei malfattori, accompagnato da sua madre e da un discepolo, fa ribaltare l'universo : lo spazio a lato della cappella si popola di angeli, rnentre al alto opposto fuggono i demoni... Il tempo è stato accorciato in modo prodigioso, quando da Adamo, piccolo uomo giusto proprio ai piedi di Gesù in croce, noi passiamo ad un Cristo della fine dei tempi, riconoscibile dalle sue ferite, Signore dell'Universo e portatore di pace (arcobaleno a forma di ferro di cavallo). La croce di Gesù di Nazareth interessa l'umanità dai suoi esordi alla sua fine... Facciata a levante, dietro alla Passione, si esprime la compassione di quelli che accompagnano Gesù fino alla fine. Sua madre, Giovanni il discepolo ben amato, Maria Maddalena con il suo vaso di profumo, Veronica portando la santa immagine su! suo lenzuolo, e gli angeli portando rispettosamente gli strumenti della Passione. Si esprime anche la compassione del Crocifisso medesimo, attraverso San Herbot, egli offre la sua vita e il suo Vangelo al pubblico... Un tale insieme architettonico con si è potuto costruire sulla povertà ... La Bretagna del XVI° secolo era relativamente prospera. Terre ducali un tempo, il paese è stato affidato a dei Signori che hanno a cuore di valorizzarlo, in particolare i Signori di Rusquec, congiuntisi ad altri, di cui gli stemmi figurano nelle ogive della vetrata principale : dei Rusquec, della Marche, di Kerlech, di Forestier, di Berrien, di Rosily. In questo periodo, trovandosi all'incrocio di varie strade, venendo da Carhaix, per valicare la montagna, o andando da Huelgoat verso Pleyben, San Herbot si prestava bene corne luogo di fiera. Il diritto del luogo prevedeva dei tributi, o una o due botti di vino, od offerte in argento o in natura (burro e crini di bovini), che permettevano, sia che fosse un anno buono, sia che fosse cattivo, di continuare i lavori. E probabile che, da una fiera all'altra, l'evangelizzatore San Herbot sia divenuto il protettore delle bestie con la corna. Cosi possono nascere le leggende ... Citamo qui quella raccolta da Anatole Le Braz nel XIX° secolo : "San herbot, innanzitutto si stabili a Berrien. Ma le donne di questo paese si aizzarono contro di lui, poiché il loro mariti, dicevano le donne, perdevano il loro tempo ad ascoltarlo, fino al punto di dimenticare di seminare i loro campi o di falciare il raccolto, tanto erano affascinati d'all'uomo di Dio. Le donne, quindi, gli augurarono ogni sorta di miseria, gli sottrassero i vestiti che aveva messo ad asciugare su una siepe, parlarono di encendiarlgli la capanna in cui viveva. Un giorno, la loro malvagità si spinse fino al punto di gettare contro l'uomo delle pietre, correndo ed imprecando contro di lui come fossero cani furiosi. A causa di questo fatto, il santo ando in collera : "Dal momento che le cose stanno in questo modo", esclamo, "io predico che da questo momento in poi, il territorio di Berrien non sara composto da altro che da pietre. Dio stesso, nonostante tutta la sua potenza, non potrà liberarlo dalle pietre". Mentre fuggiva da queste donne malvagie, venne a cercare qui un riparo. In questo luogo selvaggio, gli fu assicurato che avrebbe vissuto tranquillamente. Si propose di costruirvi la sua casa di penitenza. A questo scopo, egli si avvicino al maniero di Nank, pregando che gli prestassero un paio di buoi per trasportare con il carro i materiali. Le genti di Nank erano avare. Queste risposero al santo che le loro bestie non erano a disposizione del primo venuto. "Bene" disse, "da questo momento non ci saranno a Nank che buoi inadatti ad arare". La sua maledizione rimase sul villaggio. Non si è mai più potuto lavorare correttamente con i buoi.Rifiutato da questo luogo, il santo si reco a Rusquec. Là comandava un buon borgomastro, caritatevole verso la povera gente. "Andate in montagna", disse a San Herbot, "vi troverete /a mandria dei nostri buoi al pascolo. Non avrete che da scegliere vol stesso il paio che vi placerà".Il santo scelse un paio di buoi blanchi, li aggiogo con una corteccia di salice a mo' di tiro, con un ramo d'albero non defogliato fece una specie di carretto, e trasporto in questo sorprendente armamentario le pietre di cui aveva bisogno. Trasportate le pietre, I buoi non vollero più lasciare il santo.Lunghi anni dopo la sua morte, si vedevano ancora il i buoi, accovacciati flanco a flanco davanti l'atrio. San Herbot aveva potuto costruire la suà casa senza l'aiuto di nessuno, ma quando si tratto di mettervi una copetura, si trovo in forte difficoltà. Egli dovette far venire un copritetti. L'operaio, dovendo fare tutto da solo, non vedeva progredire il suo lavoro : "Forse vi potrei essere utile in qualcosa", gli chiese il santo. "Certamente, potreste, ad esempio, tagliare i perni, io poi non dovrei fare altro che mettere e agganciare le tegole di ardesia". "Non domando di meglio. Ma su cosa devrei tagliare i perni ?" Il copritetti a questa domanda penso "Ecco un omo proprio ingenuo : bisogna che egli sia tonto, o poco ci manca". Gli venne l'idea di divertisi alle spalle del santo. "Di cosa vi preoccupate?", disse al santo, "Non avete il vostro berretto, che sembra di stotta dura e solida? Servitevene, brav'uomo, a mo' di ceppo". Il santo, che non aveva malizia, trovà il consiglio eccellente. Si tolse il berretto, lo depose a terra davanti a lui e si mise immediatamente a tagliare con un'accetta dei perni per il copritetto. Il copritetto scoppio a ridere tra sé. "Il cappello sarà in un buono stato!", pensava, "non gliene restera neppure un pezzetto!". Ma quando il santo ebbe finito di tagliare i perni, il cappello era intatto: Herbot lo rimise sulla sua testa, come se niente fosse stato. II copritetto non ebbe più voglia di ridere, comprese con quale tipo d'uomo aveva a che fare. "Accidenti", si disse, "questo è più saggio di tutti i copritetti del mondo!". Egli diffuse la notizia del miracolo a tutto il paese e, a partire da quel momento, i pellegrini cominciarono ad affluire a San Herbot. Il santo, pero, rifîutava gli omaggi delle persone, egli si dilettava solamente nel commercio degli animali. Era in grado di comprendere, cosi sosteneva, il loro linguaggio e non era mai stato cosi contenta da quando poteva conversare liberamente con loro. Egli amava soprattutto il bestiame, vacche e buoi, vitelli e giovenche. Cosi, entrando in paradiso, egli domando di essere il loro protettore. Da parte loro, gli animali gli rimasero devotamente fedeli.Quando i loro proprietari dimenticavano o non ricordavano di portarli all'espiazione di san Herbot, cosi come si doveva rare, essi si incamminavano da soli. Il fatto è stato constatato numerose volte. "Un giorno di maggio", testimonia un abitante del XIX° secolo, "ho visto con i miei occhi una giovenca ed un toro venire in pellegrinaggio. Essi arrivarono alla strada di Loqueffret; nessuno li accompagnava. Il toro si fermo all'entrata del cimitero di fronte all'atrio. Resta là immobile, il muso rivolto verso la tomba del santo, mentre la giovenca entro nel recinto e fece tre volte il giro della chiesa. Terminati i loro omaggi, emisero tre muggiti e ripresero insieme, senza affrettarsi, la direzione della montagna". San Herbot è considerato uno del santi "pi'ù ricchi" della Bretagna, cosi come uno dei più potenti Gli si fanno cospicue offerte in argento, ma soprattutto offerte in natura consistenti in code di vacca. Voi che avete l'occasione di passare da San Herbot, non affrettatevi, fermatevi, ascoltate... La magia del luogo e delle pietre ci racconta il modo di essere di un'epoca, la fede di coloro che vi passarono, la loro cultura, i loro commerci, in una parola, la loro vita ... ********************* Document réalisé par l'Association Tro-War-Dro Sant Herbod. BP 29. 29530. PLONEVEZ-du-FAOU. Traduit en italien par Marzia et Sara, avec les meilleurs remerciements de l'Association (NB : si vous trouvez quelques coquilles dans le texte, veuillez me le faire savoir. Merci d'avance. JC Even) |
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